La storia della Corte d’Appello di Lecce ha origine con l’attività giuridica avviata da Raimondello Orsini conte di Soleto e Principe di Taranto che nel 1402 fonda un tribunale feudale denominato Concistorium Principis, per amministrare la giustizia su tutti i suoi stati.
Il Re Ferrante D’Aragona, recatosi a Lecce nel 1463, trasforma il Concistirium Principis in Sacro Regio Provincial Consiglio Otrantino, una magistratura suprema che oggi corrisponderebbe alla Corte di Cassazione.
Il Sacro Regio Provincial Consiglio estende la propria giurisdizione oltre che sulla provincia di Lecce anche su tutto il resto della Puglia e parte della Basilicata.
Tale magistratura esercita le sue funzioni ininterrottamente dal 1463 al 15901.
Il Sacro Regio Provincial Consiglio Otrantino è l’unica magistratura suprema presente nel Regno, infatti tutte le altre province hanno soltanto un Tribunale di prima istanza chiamato Regia Udienza.
Con il decreto del 24 giugno 1584 è disposto lo sdoppiamento della Regia Udienza d’Apulia a Lecce e a Trani, divenuta capoluogo di Terra di Bari. La Regia Udienza di Lecce è abolita con la legge del 24 maggio 1808, infatti Giuseppe Napoleone istitusce in ciascuna delle quattordici provincie del Regno il Tribunale di Prima Istanza e quello Criminale e, per tutto il Regno, quattro tribunali di Appello. Le città di Lecce e Trani diventano sede del Tribunale di Prima Istanza e del Tribunale Criminale.
Il Tribunale d’ Appello è istituito nella città di Altamura con competenza anche sulle provincie di Terra d’Otranto e Basilicata.
La ricostruzione della storia delle magistrature superiori di Terra d’Otranto dal 1590 al 1808 non si presenta agevole. Con ogni probabilità tali funzioni vengono esercitate dal Sacro Regio Consiglio di Napoli che ne assorbe le prerogative. Ritornati i Borboni, a Trani è istituito il Tribunale d’Appello, denominato Gran Corte Civile avente giurisdizione su tutta la Puglia. La Gran Corte opera dal 1823 al 1923, anno in cui fu trasferita a Bari. I governi che si sono succeduti dal 1860 al 1921 hanno sempre promesso a Lecce la Corte d’Appello.
La città ha sofferto uno smembramento amministrativo iniziato nel 1923, con l’istituzione della provincia di Taranto, e seguito nel 1926 con la creazione della provincia di Brindisi. L’aspirazione della città ad avere una propria Corte d’Appello trova soddisfazione il 12 settembre 1929 quando il Prefetto della provincia Formica, è autorizzato dal Capo del Governo, Benito Mussolini, a comunicare a tutte le autorità del capoluogo la notizia della istituzione, con Regio decreto 23 giugno 1930, n. 873, a Lecce, della Sezione di Corte d’Appello, dipendente dalla Corte d’Appello di Bari con giurisdizione sui tribunali di Lecce e Brindisi. Il successivo Regio Decreto 23 ottobre 1930 n. 1427 ne stabilisce il funzionamento a partire dal primo dicembre 1930.
Negli atti parlamentari del Senato del Regno3 si legge: “L’istituzione della Corte d’Appello di Lecce è parsa necessaria soprattutto in considerazione dello spiccato carattere etnico del Salentino, che si differenzia sensibilmente da quello della restante regione pugliese”. Da questo momento Lecce riprende la sua funzione di centro regionale sul Salento. Nicola Vacca, entusiasta cantore della storia giudiziaria salentina, scrive che l’istituzione della Corte d’Appello ha rappresentato l’affermazione di un principio: “il riconoscimento del Capoluogo etnico del Salento che geologicamente, geograficamente, storicamente, linguisticamente, è stato dalla natura e dall’ininterrotto corso dei secoli delimitato da Ginosa a Gallipoli, da Ostuni al fatidico Capo di Santa Maria di Leuca”( Legislatura XXVIII 1a Sessione 1920-30. Disegni di Legge e Relazioni. Col. 1a , pag. 11.4 Cfr. Nicola Vacca, La Corte d’Appello di Lecce nella storia, Lecce, Primaria tipografia“La modernissima”, 1931).
La Corte d’Appello inizia le sue udienze il 20 gennaio 1930. Primo Presidente della Corte il dr. Francesco Camassa. Alla prima udienza assiste un enorme pubblico. L’avvocato generale Comm. Giacinto Palopoli inizia il proprio discorso pronunziando queste parole: “In questa nuova aula di giustizia, elegante e severa ad un tempo, non quest’oggi, ma in un altro giorno, sarà celebrata la festa solenne di Lecce: la grande festa della città che, con la istituzione di questa Sezione di Corte d’Appello, viene restituita ai fastigi di altri tempi, della città già sede di Alte Corti di Giustizia e della città appellata l’Atene di Puglia”. Successivamente, il 21 dicembre 1947, con decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato – De Nicola - n. 1633, la sezione di Corte d’Appello di Lecce è elevata a sede di Corte d’Appello.
Nel 1971 è operato il trasferimento del Palazzo di Giustizia, dalla sede di Via Rubichi a quella, attuale, di Viale De Pietro. Nel 1991, con la legge n. 235, è stata istituita a Taranto la sezione distaccata della Corte d’Appello di Lecce e una sezione della Corte d’Assise di Appello.
Il Decreto Legislativo n. 51 del 1998 ha previsto, all’articolo 38, l’istituzione delle sezioni incaricate esclusivamente delle controversie di lavoro e di previdenza e assistenza obbligatoria, in ciascuna Corte d’Appello.
Nel maggio 1999, è stata istituita la sezione lavoro della Corte d’appello di Lecce. Le crescenti esigenze degli uffici giudiziari, spesso costretti in spazi angusti oppure dislocati in maniera non funzionale ai compiti che sono chiamati a svolgere, hanno comportato l’acquisizione di un nuovo Palazzo di Giustizia, sito in via Brenta, dove all’inizio del 2001 si sono trasferiti i settori civile, commerciale, fallimenti, esecuzione e lavoro del Tribunale, nonché i G.O.A. e l’ufficio del giudice di pace.
In un edificio posto sempre in via Brenta, di fronte a quello che ospita il tribunale civile, si sono spostate le sezioni civili e lavoro della Corte d’Appello nonché l’ufficio del giudice di pace, e l’ufficio Nep